Circondati da una così grande schiera di testimoni

Essere “circondati da una così grande schiera di testimoni” è un concetto profondamente significativo. Questi testimoni non sono semplici spettatori passivi, ma uomini e donne che, avendo vissuto la loro fede con coraggio e perseveranza, tracciano per noi una strada da seguire oggi. Le loro vite sono testimonianze viventi che ci incoraggiano e ci ispirano, mostrando che la fede in Cristo è possibile, nonostante le avversità, le prove e le sfide della società in cui viviamo.

L’autore della lettera agli Ebrei, nel capitolo 12, prosegue la sua riflessione sulla fede iniziata nel capitolo 11, offrendoci queste parole di incoraggiamento:

“Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta”
Ebrei 12:1-2

Vivere in una “bolla” o come parte di una schiera?

La cosmovisione moderna, influenzata dall’individualismo e dal relativismo, spesso ci spinge a vivere come se la nostra fede fosse un affare esclusivamente personale, quasi come se la nostra vita fosse una bolla isolata. La cultura dominante ci suggerisce che non dobbiamo rendere conto a nessuno delle nostre scelte, tanto meno della nostra fede. Tuttavia, il Cristianesimo ci presenta una visione radicalmente diversa: siamo chiamati a vivere in comunità, sostenuti e guidati dagli esempi di fede di coloro che ci hanno preceduto e che, in molti casi, ancora oggi ci circondano.

Non possiamo vivere isolati dagli altri. La nostra vita di fede è intrecciata con quella di coloro che ci hanno preceduto e di coloro che camminano accanto a noi oggi. I testimoni che ci circondano non solo ci ricordano che non siamo soli nella nostra corsa, ma ci offrono anche un modello concreto di perseveranza e fede.

George Müller: correre la gara della preghiera

Tra i tanti testimoni che ci circondano, George Müller si distingue per la sua vita intensa di preghiera e totale fiducia in Dio. Durante il suo ministero, Müller sostenne oltre 10.000 orfani senza mai fare ricorso a raccolte fondi. Tutto ciò di cui aveva bisogno arrivava regolarmente poco prima che la necessità diventasse urgente, dimostrando come Dio fosse sempre pronto a rispondere alle sue preghiere.

Come sostenuto da lui stesso, “voglio richiamare l’attenzione di tutta la chiesa sul fatto che Dio è oggi esattamente lo stesso che era nei giorni dei profeti e apostoli, sempre capace di rispondere alle preghiere dei suoi figli”

La testimonianza di Müller ci ricorda che la preghiera rimane oggi, come allora, la chiave di una relazione profonda e autentica con Gesù. La sua vita ci invita a fidarci completamente di Dio, certi che lui non ci deluderà mai.

Corrie Ten Boom: la forza del perdono

Un’altra figura che emerge da questa “schiera di testimoni” è Corrie Ten Boom, una donna che ha vissuto il coraggio del perdono. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la sua famiglia rischiò la vita per salvare quella di molti ebrei. Dopo essere stata imprigionata nel campo di concentramento di Ravensbrück, Corrie si trovò faccia a faccia con uno dei carcerieri che aveva inflitto crudeltà a lei e sua sorella Betsie. L’uomo, convertito al cristianesimo, le chiese il perdono.

Corrie ricordò l’orrore del campo di concentramento e pregò: “Gesù, non posso perdonarlo. Dammi il Tuo perdono”. Dopo quella preghiera, l’amore di Cristo traboccò nel suo cuore, permettendole di stringere la mano di quell’uomo e perdonarlo. La sua storia ci insegna che il perdono non dipende dalla nostra forza o bontà, ma dal potere dell’amore di Dio.

Johann Gerhard Oncken: una vita per il discepolato e la missione

Johann Gerhard Oncken fu un testimone eccezionale, dimostrazione vivente di come un uomo, guidato da Dio, possa compiere opere straordinarie. Perseguitato dalla chiesa nazionale (composta da altri evangelici) e convinto della necessità di un rinnovamento spirituale e biblico per la sua nazione, Oncken venne convertito su una nave scozzese e battezzato in segreto, nel fiume Elba, da un professore americano di teologia per evitare l’arresto da parte delle autorità. Da quel momento, si impegnò attivamente per far conoscere la realtà spirituale dell’Europa continentale in tutto il mondo. Fondò ad Amburgo la prima chiesa battista moderna della Germania, la più antica del continente europeo ancora attiva oggi.

Descrivendo la sua situazione, Oncken disse: “I nostri battesimi avvennero tutti sotto la copertura della notte e, durante i miei viaggi missionari, fui bandito da quasi tutti gli Stati della Germania. Non potevo mai viaggiare da uomo onesto alla luce del giorno”.

Nonostante le persecuzioni, che includevano l’imprigionamento e la confisca di tutti i suoi beni per pagare le multe, Oncken non smise mai di predicare. Credeva fermamente nel discepolato, insegnando che un credente moltiplica la propria influenza investendo negli altri, affinché anche loro possano fare lo stesso.

Raramente una persona ha contribuito così tanto allo sviluppo di una denominazione e ha lasciato un segno così indelebile su di essa come fece Oncken, definito una “società missionaria, seminario teologico e centro di distribuzione della letteratura” in una persona sola. Alla sua morte, l’Unione dei Battisti tedeschi contava più di 150 chiese, con oltre 31.438 membri e 17.000 bambini nelle scuole domenicali.

Indagare l’esistenza degli uomini di Dio che ci hanno preceduto, scrutare la storia della missione, osservare l’esito della vita di fede dei nostri fratelli del passato, non solo ci accomuna alla grande storia universale del vangelo della grazia, ma ci permette di ammirare e godere dell’opera di Dio attraverso i secoli. La loro storia, infatti, è la storia di come Dio ha agito nel corso dei secoli. È come leggere i capitoli successivi al Libro degli Atti e vedere come la gloria di Cristo è stata effusa sulle nazioni e si è diffusa sulla terra.

Molto spesso affrontiamo sfide notevoli nella nostra santificazione, nel nostro discepolato, nel nostro ministero, nel nostro personale modo di amare, seguire e servire Gesù Cristo. E pensiamo che nessuno ci capisca, nessuno stia soffrendo come noi. Guardare i nostri fratelli lontani da noi per latitudini ed epoche, ci connette alle loro vicende per trovare incoraggiamento ed esortazione alla nostra personale situazione.

Corriamo allora quella gara che ci è posta davanti e come nella staffetta, prendiamo in mano il testimone che ci viene consegnato da altri, affinché possiamo avvicinarci all’eccellenza del servizio, dell’amore e dell’abnegazione per la Gloria di Cristo come hanno fatto loro prima di noi.

Se ti interessa conoscere di più sulla storia della chiesa, non perdere l’opportunità di visitare il canale youtube Isaia 40:3, dove quotidianamente vengono pubblicati contenuti che possono edificare la tua vita.

Autore: Daniel Lana


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