Non si tratta solo di un piatto caldo

Il weekend di solito dura due giorni. Questa storia, invece, ne abbraccia tre. Ma, andiamo per ordine:

Sabato – Il primo incontro

Sabato sera, con la chiesa apostolica di Parma, il luogo dove servo, siamo andati a supportare l’associazione Uniti in Cristo ODV, realtà che ogni settimana distribuisce pasti caldi in stazione alle persone senza tetto di Parma.

Era passato un po’ di tempo dall’ultima volta che avevo dato il mio contributo diretto. A coordinare questa attività è Costanca, una donna la cui dedizione verso gli ultimi è qualcosa che difficilmente riuscirei a trasmettere appieno con queste semplici righe.

“te la senti di ascoltare la sua storia?”

Tra le tante persone servite, quella sera si è presentato Ciprian. Un uomo imponente, oltre il metro e novanta, lo sguardo spento, l’anima ferita. Dopo aver ricevuto il suo pasto, si è seduto poco distante. Costanca mi si è avvicinata e, con uno sguardo che diceva tutto, mi ha chiesto: “te la senti di ascoltare la sua storia?”.

Mi sono seduto di fronte a lui. Mentre parlava, le parole sono diventate lacrime. Ogni singola goccia rimbombava sull’asfalto come un colpo sordo. Ciprian viveva in una tenda da oltre un anno. Gli avevano rubato tutto: cellulare, documenti, dignità. Era evidente: era stanco. Stanco di lottare, stanco di illudersi.

E mentre ascoltavo, sentivo dentro di me una voce: Non è solo un pasto caldo.”

Hai presente quei momenti in cui ti senti inadeguato, in cui ogni parola sembra superflua. Io, che non ho mai vissuto per strada, cosa potevo dire? Eppure, Dio… Dio è grande, così come la Sua logica non è la mia. Gli ho chiesto se potessi pregare per lui. E in quella preghiera, senza pensarci su, ho ripetuto per tre volte: “Il Signore vuole solo che tu abbia fede quanto un granello di senape. Il resto verrà da se. Da oggi non sei più solo”.

Ciprian ha pianto, abbiamo pianto insieme. Prima di salutarlo, gli ho promesso: “domani vengo a prenderti. Alle 10 sarò lì.  Ricordati, non sei più solo.” Ci siamo dati appuntamento davanti al Penny Market di Via Venezia.

Domenica – La ricerca

La mattina seguente, insieme Luca, siamo andati all’appuntamento. Ma Ciprian non c’era. Abbiamo girato intorno al supermercato, niente. Un pensiero rapido: “Ce ne andiamo?” Ma la disponibilità… quella vera… ti spinge a fare un passo in più. Con Luca, abbiamo scelto di entrare nel parco dietro al Conad, costeggiando il canale che ci aveva indicato Ciprian.

Sei davvero venuto…” 

Attraversando il parco, abbiamo trovato la sua tenda. Le condizioni erano disumane. Una scarpa spuntava fuori dalla tenda, ma non era la sua. Ci siamo avvicinati con rispetto. Dalla tenda è uscito Nicolaj, anche lui senza tetto, quella notte aveva condiviso la tenda con Ciprian. Quando ci ha visti, Ciprian ha avuto uno sguardo misto tra incredulità e diffidenza. “Sei davvero venuto…” sembrava dire.

Insieme siamo andati in chiesa, abbiamo ascoltato un messaggio stupendo basato su Ebrei 10:19-22.

“Non voglio illudermi ancora.”



Ciprian ascoltava, ma i suoi occhi tradivano la sua anima: “Non voglio illudermi ancora.” Dopo il culto, Gigi – un amico fraterno, che da anni si spende per chi è in difficoltà – si è avvicinato e abbiamo parlato con Ciprian. All’inizio, la sua reazione è stata dura ed un po’ scomposta. Ma come biasimarlo? Se un animale ferito si difende, quanto più un cuore spezzato? Eppure, durante il pranzo comunitario, qualcosa è cambiato. Il cibo scalda lo stomaco, ma l’ascolto sincero… quello scalda l’anima.

Gli abbiamo detto tre semplici cose:

  1. Da oggi non sei più solo.
  2. Noi andremo fino in fondo per aiutarti.
  3. Dio ti chiede solo quel granello di fede.

“Ci vediamo domani alle 17:30?”

Lo abbiamo riaccompagnato al Penny Market. “Ci vediamo domani alle 17:30?” Gli ho chiesto. Un cenno di assenso. Sapevamo che serviva una soluzione, ma le domande erano tante. Da dove cominciare?

Lunedì – quando Dio prepara la strada

Lunedì pomeriggio è arrivato con il suo carico di incertezze. Non avevamo un cognome, nessun documento, nessun contatto. Poi, alle 16:00, la svolta. Attraverso Kostanza abbiamo contattato Rodolfo, operatore dell’unità di strada del Comune. Lui ci ha messi in contatto con Claudio, referente che gestisce l’ingresso nei vari dormitori cittadini.

“Stai parlando di Ciprian?”

Mentre gli stavo spiegando la situazione, Claudio mi ha interrotto: “Stai parlando di Ciprian? Ti do una bella notizia: lo conosciamo da tempo. Proprio oggi, la situazione si è sbloccata. Da stasera entrerà in un progetto pilota.”

Un attimo di silenzio. Gioia. Incredulità. Mentre noi ci preoccupavamo del dove, Dio aveva già risolto il come.

Da quella sera, Ciprian ha un letto dove dormire, un pasto caldo e, soprattutto, una nuova possibilità. Forse, nel silenzio della notte precedente, aveva scelto di avere fede quanto quel granello di senape.

La vera lezione?

È facile pensare che si tratti solo di cibo, di assistenza materiale o di un servizio. Eppure, se non stiamo attenti, anche il servire può trasformarsi in qualcosa di personale, quasi fosse un affare nostro, un modo per sentirci migliori o per appagare la nostra coscienza. Ma non è mai questo il punto. Non dovrebbe mai esserlo, io personalmente non faccio altro che ripeterlo a me stesso per non dimenticarlo. Il vero scopo non è fare qualcosa per sentirsi a posto con se stessi, ma essere strumenti nelle mani di Dio. Lui utilizza chi vuole, quando vuole e come vuole. E, mi ripeto, la sua logica non è la nostra.

Dietro ogni gesto c’è di più: c’è un cuore che cerca ascolto, una storia che merita rispetto, un’anima che ha bisogno di sentirsi vista e amata. Non è mai solo un piatto caldo. È una mano tesa, una presenza che dice: “Non sei invisibile”. È scegliere di esserci quando sarebbe più comodo voltarsi dall’altra parte. È permettere a Dio di usare la tua disponibilità, anche quando ti senti inadeguato e non hai tutte le risposte. Perché alla fine non siamo chiamati a risolvere tutto, ma ad essere presenti, fedeli e pronti a rispondere con amore.

“Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in più.” (Matteo 6:33)

Se sei a Parma o in provincia e vuoi fare la differenza, Uniti in Cristo ODV ha sempre bisogno di mani e cuori pronti. Contattali sui loro canali social.

Perché, a volte, il cambiamento inizia da un semplice ci sono.”


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